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Le parole di Coach Stoytchev in vista di Gara 1 dei Quarti Play Off
Le parole di Coach Stoytchev in vista di Gara 1 dei Quarti Play Off
07/03/2025
Scatta la fase Play Off per
Rana Verona
, che domenica alle 19.30 inaugurerà la serie dei Quarti di Finale davanti al pubblico amico del Pala AGSM AIM. In prossimità della sfida contro la Gas Sales Bluenergy Piacenza, è intervenuto in conferenza stampa Coach
Stoytchev
, che ha presentato Gara 1 di questo turno.
Queste le sue parole: “Per presentare Piacenza mi devo ripetere purtroppo, perché è la quarta volta che la affrontiamo. Ci sono Simon, miglior centrale d’Italia negli ultimi quindici anni, Maar, in nazionale canadese con tantissima esperienza in Italia, Galassi, miglior centrale in Italia adesso, Scanferla, secondo libero della Nazionale, e Brizard, campione olimpico, oltre a Kovacevic. È ovvio che tutta l’esperienza è dalla loro parte e la loro qualità è molto alta. In questa serie noi non partiamo da favoriti, nonostante le vittorie che abbiamo già ottenuto contro di loro, ma nei Play Off la storia è diversa, perché sono partite dove si gioca molto di testa e di emozioni, dove chi saprà contenerle meglio avrà un vantaggio. Ovviamente importa anche come la squadra gioca e funziona”.
Poi ha continuato: “La squadra non è al livello che vorrei. Abbiamo i nostri problemi, ma come li hanno in tanti, fa parte dello sport. Solo una volta nella mia carriera ho avuto la sensazione di avere la squadra perfetta, ma ho perso la finale di Champions. Nello sport conta la bravura di esprimersi e di dare il cento per cento che hai in quel momento. La partita dipenderà da tante cose, ovvio che è meglio avere la squadra al top della forma, ma non garantisce niente. Preferisco avere il focus sul fatto che dobbiamo dare tutto quando scendiamo in campo. Keita? A Taranto è stato decisivo perché per tre set consecutivi, a fine parziale faceva la differenza, come ha fatto per tutta la stagione, perché è il miglior marcatore del campionato. Speriamo continui così anche nei Play Off”.
“Ewert? Da quando è arrivato, in poco tempo ha dimostrato che ha tecnica in tutto, ricezione, attacco, battuta, difesa e anche a muro – ha aggiunto il Coach - E in più è molto lucido in campo, sa utilizzare la sua tecnica al meglio, dando un grande equilibrio. Nelle ultime due partite è stato molto importante, però speriamo che Sani sfrutti questa possibilità perché è consapevole e sta lavorando. I Play Off saranno per lui un’altra opportunità dove potrà fare un salto di qualità. In questi Play Off io non sento nulla di diverso rispetto a qualsiasi altra parte della stagione o a qualsiasi Play Off, perché per me è importante che tutto lo staff e la squadra siano. Questa fase è la parte più interessante del campionato, ma la vivo come al solito.
L’allenatore scaligero ha continuato parlando del valore delle ultime vittorie: “Vincere fa sempre bene, perché dà la consapevolezza ai giocatori che il lavoro che si sta facendo è giusto e dà dei progressi. Se avessimo perso a Taranto sarebbe stato diverso, ma questi equilibri sono molto delicati, perché se avesse vinto Piacenza contro Perugia sarebbe potuto cambiare tutto. Io sono molto tranquillo quando succedono queste cose, perché la vita mi ha insegnato che tutto può cambiare da un giorno all’altro. Il lavoro dell’allenatore è analizzare, saper fare le domande giuste e avere la pazienza di trovare le risposte e solo poi convincere gli altri ad applicare queste risposte. Sono tre step non facili, ma questo è il ruolo dell’allenatore”.
Infine, ha detto: “Cambio in panchina di Piacenza? Quando le cose non vanno, l’allenatore è il primo responsabile dei risultati, ma non è sempre così, a volte sì ma altre volte no. Le società forti analizzano bene la situazione e a seconda di questa reagiscono di conseguenza, perché la decisione può dipendere dal risultato del lavoro non svolto bene dallo staff, ma anche dai giocatori. Parlando in generale, non nello specifico di questo caso, è anche vero che il cambio dell’allenatore porta sempre una reazione positiva nel primo periodo, perché i giocatori devono dimostrare che non è colpa loro, e questo durerà un mese. Anche un allenatore esperto e bravo, come può essere Travica, può mettere a posto delle cose che pensa potessero non andare bene prima, ma non può cambiare tanto il livello di una squadra o la forma fisica e tecnica. Quindi, per questo discorso, io credo molto di più nella reazione degli atleti che nel cambio reale dell’allenatore”.
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